La parola mantra è ormai entrata nell’uso comune, si sentono spesso persone che magari non hanno mai praticato yoga dire “questo deve diventare il mio mantra” oppure “questo devo ripetermelo come un mantra”.
Ma quante di queste persone sanno veramente di cosa si tratta? Che cosa significa questa parola? Perché all’inizio e alla fine di una classe di yoga solitamente si canta l’Om?
Se vuoi saperne di più su questo magnifico argomento mettiti comodo e leggi questo articolo dove ti porterò alla scoperta di cosa sono i mantra, dei loro benefici, di come praticarli e di cosa significa la parola “Om”.
L’essenza di tutti gli esseri è la terra, l’essenza della terra è l’acqua, l’essenza dell’acqua sono le piante, l’essenza delle piante è l’uomo, l’essenza dell’uomo è il discorso, l’essenza del discorso è la Sacra Conoscenza (I Veda), l’essenza dei Veda è il Sama-Veda (parola, tono, suono), l’essenza del Sama- Veda è l’OM
Questo dei mantra è un argomento filosofico e spirituale di grande profondità e, anche se è un compito difficile, cercherò di semplificarlo al massimo, senza però banalizzarlo troppo.
Buona lettura… :-)
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Indice
Che cosa sono i mantra
La parola Mantra è un termine sanscrito che è formata da due radici:
- MAN che significa pensare, e da
- TRA che invece significa “proteggere o liberare dalla schiavitù del samsara (ciclo di incarnazione, morte, rinascita) o dal mondo materiale”
Quindi la parola mantra significa “pensiero che libera e protegge”.
Un Mantra è la combinazione di sillabe sacre che formano un nucleo di energia spirituale e che funziona un po’ come un magnete per attrarre, o se preferisci come una lente per concentrare, le energie spirituali.
Secondo le Upanishad, la dimora originale del Mantra era il Parma Akasha, l’etere primitivo, dal quale l’universo è stato creato.
I Mantra esistevano nell’etere, sono stati direttamente percepiti dagli antichi Rishi (veggenti) che li hanno tradotti in uno schema udibile di parole, ritmo e melodia.
Il canto o la recitazione del Mantra attiva e accelera la forza creativa spirituale, promuovendo l’armonia in tutte le parti dell’essere umano.
Ogni Mantra ha sei aspetti:
- Un Rishi o veggente;
- Un Raga o melodia;
- Un Devata o divinità;
- Un Bija o suono seme;
- La Shakti o potere;
- Kilaka o pilastro.
E’ importante cantare un Mantra senza cambiare la melodia e la sua chiave, perché la vibrazione su cui si basa il suono è parte integrante del Mantra stesso.
Nella musica indiana infatti, sono presi in considerazione due aspetti di ogni suono:
- l’espressione udibile e
- l’essenza sottile del suono che porta il significato e che nasce dallo spirito eterno (Shabda o Vach). Questa è probabilmente la prescrizione più disattesa attualmente. Infatti, pur esistendo scuole che insegnano canto vedico, sono numerosi i centri che utilizzano il testo del mantra con nuove melodie, forse per venire incontro alle esigenze occidentali di varietà e al nostro senso musicale che è molto diverso da quello indiano.
Il Devata è la divinità che presiede il Mantra, un aspetto molto personale di Dio. E’ la saggezza che viene da una fonte più elevata, che permette al discepolo di sviluppare una relazione personale con Dio, di adorare un aspetto del divino che può comprendere. Le divinità nell’induismo rappresentano infatti i vari aspetti del divino e sintonizzandoci con un aspetto specifico lo risvegliamo dentro di noi.
Il Bija, o seme del Mantra è la sua essenza e gli da il suo potere speciale.
Il Kilaka, o pilastro, è rappresentato all’inizio dalla decisione di iniziare, dalla persistenza in questa decisione e dalla forza di volontà di cui il discepolo ha bisogno per praticare il Mantra. Successivamente diventa un legame tra il discepolo, il Mantra ed il suo potere, tra il discepolo, il Guru e la divinità, finché viene realizzato lo scopo dello yoga e tutto diventa Uno.
La consapevolezza all’interno del Mantra è Shakti, l’aspetto femminile di Dio, un’energia dinamica che si manifesta come creazione. Quest’energia è presente nel Mantra in forma pura. La potenza del Mantra si manifesta attraverso la ripetizione. Infatti, i Mantra sono stati trasmessi di generazione in generazione, da Guru a discepolo, e in questo processo il loro potere si è accresciuto.
La differenza tra preghiera e mantra consiste nel fatto che, mentre la preghiera è composta da parole di supplica scelte dal devoto, il Mantra è una precisa combinazione di parole e suoni, l’incarnazione di una particolare forma di coscienza o di energia.
Andiamo ora a vedere un altro aspetto fondamentale dei mantra: perché si praticano.
Perché si praticano e quali sono i loro benefici
Lo scopo dello yoga è l’autorealizzazione, l’unione con il Divino.
Esistono diversi sentieri dello yoga (bhakti yoga, la via della devozione; karma yoga, la via dell’azione; raja yoga, la via “reale” attraverso la meditazione, e molti altri stili di yoga più fisici), che sono stati seguiti con successo in epoche diverse (yuga) o da persone con inclinazioni personali diverse.
In ogni yuga, lo scopo dello yoga viene raggiunto nel modo migliore per gli individui di quel periodo.
“Kali yuga keval namaha adhara”, nel Kali yuga il sacro nome è la nave che permette di attraversare l’oceano dell’illusione. La ripetizione o il canto di un Mantra sarebbe dunque il metodo più indicato per questo periodo.
La ripetizione di un Mantra è un mezzo per aumentare il potere di concentrazione; questa pratica purifica il subconscio anche se non capiamo il significato delle parole. Dal momento che, ogni Mantra è devozionale per sua natura, ed ha il Divino come forma ed essenza, se lo ripetiamo con concentrazione sul significato, otteniamo più velocemente e con maggior sicurezza il raggiungimento del fine ultimo.
Uno dei primi risultati nella pratica del Mantra è il controllo del respiro, che porta con sé il controllo delle emozioni.
Questo succede sia se, consapevolmente nel canto offriamo le nostre emozioni e manifestiamo l’intenzione di averne il controllo, sia come naturale conseguenza del controllo del respiro e del tenere occupata la mente. Diventiamo più consapevoli e sostituiamo le emozioni negative con affermazioni positive. Tutto questo incoraggia lo sviluppo armonico di tutti gli aspetti del potenziale umano.
Dal momento che purifica la mente, il Mantra è anche una grande protezione dalla paura. Man mano che purifichiamo le nostre emozioni, sviluppiamo l’amore incondizionato, possiamo risvegliare ulteriori livelli di consapevolezza, e l’influenza del Mantra diventa sempre più sottile.
I sentimenti purificati ci portano alla presenza del Divino, e dal Divino ci sentiamo protetti. In questo senso, il Mantra diventa come uno scudo che ci protegge da tutto quello che è negativo e che disturba il nostro equilibrio.
In tutte pratiche yogiche, è necessario impiegare la forza di volontà per iniziare, ma poi bisogna sapersi arrendere al potere e alla grazia divina.
Se non puoi abbandonarti infatti, l’energia risvegliata dalla pratica invece di aiutarti a risvegliare il tuo potenziale spirituale nutrirà l’ego.
La consapevolezza è essenziale. L’ideale sarebbe combinare la pratica del Mantra con riflessioni giornaliere e la tenuta di un diario spirituale.
Il Mantra può essere ripetuto anche durante la pratica dell’Hatha yoga, in questo modo potrai penetrare i livelli più profondi degli asana.
E ora dedichiamoci ad approfondire la conoscenza del mantra noto a tutti i praticanti di yoga e anche a chi di yoga non ne sa proprio niente, il suono cosmico, l’Om.
Il mantra per eccellenza: OM
Il suono cosmico AUM (OM) è l’origine di tutti gli altri suoni ed è al tempo stesso un Mantra. Viene chiamato Pranava, la sillaba sacra, e simboleggia il Brahman, la realtà spirituale.
E’ la vibrazione emessa da Brahman che, condensando l’energia, ha creato la materia e l’intero Universo. Il Mantra AUM conduce all’illuminazione. Il canto dell’Om purifica la mente, distrugge le negatività e l’egoismo.
AUM rappresenta la trinità di corpo, mente e anima.
Anche il flauto del Signore Krishna simboleggia il Pranava. Attraverso il suono del suo flauto, Krishna crea il mondo, e con il suo suono, richiama i suoi devoti.
Come il flauto, il devoto deve essere vuoto, senza egoismo e attaccamenti.
In questo stato di completo abbandono, il sé individuale si fonde con il Sé universale e si sperimentano gioia e armonia.
Se vuoi saperne di più sull’Om ti invito a leggere l’articolo di approfondimento OM: cosa significa nello yoga e perché si canta questo mantra?
Il mantra yoga
Il Mantra Yoga è una parte del Nada Yoga, lo yoga del suono, ed è solo uno dei circa 40 diversi approcci allo Yoga.
Il Nada Yoga consiste nella teoria e nella comprensione del suono, della vibrazione e della musica. Gli Yogi hanno utilizzato i principi del Nada Yoga per allinearsi con l’armonia dell’universo.
Il canto del Mantra e’ chiamato Mantra Yoga.
Invece, tutte le altre forme di ripetizione del Mantra sono chiamate Japa Yoga, il quale può essere:
- Vaikhari japa se il Mantra viene ripetuto ad alta voce;
- Upamsu japa se il mantra viene sussurrato;
- Manasika Japa se la ripetizione è mentale;
- Likhita Japa se il mantra è scritto;
L’uso del Mantra in una qualsiasi di queste forme è efficace nell’assicurare la concentrazione della mente su un solo punto.
Cantare un Mantra con devozione e concentrazione ha un’influenza armoniosa sull’intero corpo e la mente.
La concentrazione dona un senso di profonda pace e gioia, come può avvenire anche con altre forme di meditazione.
Attraverso la costante ripetizione del Mantra si attrae il suo potere spirituale, si eleva la consapevolezza al livello della risonanza mantrica.
Secondo gli insegnamenti vedici, “un mantra ha il potere di farci accedere alla coscienza cosmica e alla supercoscienza”, e dona libertà, illuminazione e immortalità.
Quando il Mantra è ricevuto dal Guru, il suo potere aumenta dopo l’iniziazione. In un certo senso, il Mantra è un condensato di potere che viene attivato dall’intenzione di colui che lo pratica. Quando si comincia la pratica di un Mantra bisogna chiedersi cosa si vuole ottenere, osservare la nostra mente durante la pratica (per questo viene suggerito di tenere un diario spirituale).
La scelta del Mantra è estremamente importante, perché si ottengono maggiori risultati con un Mantra cui si riesce ad abbandonarsi completamente.
Ci sono diversi modi con cui si può scegliere un mantra (attrazione, Guru, sogno…). Dopo aver scelto o ricevuto un Mantra, bisogna persistere nella pratica finché non si sperimenta il suo potere. Bisogna resistere alla tentazione di cambiarlo, pensando di aver fatto la scelta sbagliata, per noia o perché le note più alte sono difficili da raggiungere.
Sono le giustificazioni della mente che si oppone alla disciplina e resiste al cambiamento. Se si comincia con un Mantra, è meglio insistere con la pratica e creare buone fondamenta.
Nella pratica del Japa, si usa un mala per aiutare il conteggio delle ripetizioni.
Un mala è una collana di 108 perle, tradizionalmente di sandalo, tulsi (basilico indiano) o semi di rudraska (rappresentano le lacrime di compassione di Shiva per gli esseri umani).
108 è un numero sacro:
- Il numero 1, la linea, simbolizza Dio, l’energia, il potere da cui derivano tutte le altre linee, cerchi o movimenti.
- Lo 0 è un cerchio che rappresenta la creazione di Dio come completa e perfetta.
- Il numero 8 è il simbolo dell’infinito.
Nel punto il cui il mala è legato, c’è una perla speciale, chiamato Monte Meru. Quando si arriva a questa perla, bisognerebbe girare il mala e continuare nella direzione opposta. Questa perla rappresenta la realizzazione divina ed ogni volta che la si tocca bisognerebbe ricordare che non è più necessario per noi continuare la catena di causa/effetto che ci ancora al samsara.
Un altro modo per ricordarlo consiste nel portare il mala al livello del cuore, a sottolineare l’aspetto devozionale della pratica e lo sforzo intenzionale di trascendere i livelli più bassi dell’essere.
L’uso del mala dà al corpo un’azione da compiere, aiutandolo a lasciare andare l’irrequietezza. Il Mantra viene ripetuto ad ogni perla, facendole scorrere tra pollice e medio. Con l’uso le perle vengono spiritualizzate. Il mala dovrebbe essere indossato con il Monte Meru davanti per ricordarci che il nostro scopo è realizzare Dio. Durante la notte, può essere tenuto sotto il cuscino o sull’altare.
Se vuoi scoprire altri stili di yoga leggi anche: La guida ai tipi di yoga più diffusi, quale stile scegliere?
Raccomandazioni per ottenere maggiori benefici
Per ottenere maggiori benefici dalla tua pratica dei mantra puoi seguire queste semplici raccomandazioni che rappresentano la situazione ideale per ogni pratica spirituale.
- Cerca di praticare quanto più ti è possibile, ma ricordati che in ogni caso, se pratichi con concentrazione e devozione, otterrai sempre grandi benefici.
- E’ bene stabilire un periodo di tempo per la pratica quotidiana e continuare almeno fino a quando si cominciano a sperimentare i suoi effetti. Un buon inizio è praticare per almeno tre mesi.
- L’orario più raccomandato è la mattina molto presto (intorno alle quattro). Se non ti è possibile praticare in quell’orario, puoi comunque farlo in un altro orario che sia più compatibile con il tuo stile di vita. Sarebbe bene riuscire almeno a praticare sempre nello stesso orario, perché ti aiuta a mantenere regolarità nella pratica e a lasciare che la tua giornata sia scandita dalla pratica spirituale.
- E’ meglio aspettare almeno un’ora e mezzo dopo che si è assunto del cibo.
- Prima di iniziare, è buona abitudine fare un bagno o almeno lavare le mani, la faccia e i piedi. Mentre ci si lava, si può visualizzare di lavare le impurità della mente. Indossando vestiti puliti, visualizziamo l’anima che si riveste della sua natura divina.
- Scegli un posto calmo, rivolto a nord o a est. Delimitiamo il nostro spazio sacro con lana o seta pura, allo scopo di conservare l’energia e di tenere lontane le vibrazioni più materiali. Per lo stesso motivo si utilizza uno scialle di fibre naturali per coprire il corpo, che aiuta anche a conservare le vibrazioni spirituali prodotte durante la pratica.
- La colonna vertebrale deve essere diritta, così la corrente del prana (forza vitale) che è creata e stimolata dal canto potrà scorrere liberamente. Questo circuito pranico dovrebbe essere chiuso stando seduti a gambe incrociate.
- Le mani riposano in grembo, con i palmi rivolti in alto a suggerire abbandono e ricettività. Dovresti cercare di essere il più possibile rilassato nella posizione. Scopri di più sul rilassamento yogico.
- Lo sguardo deve essere concentrato nello spazio fra le sopracciglia.
- All’inizio e alla fine della pratica, puoi offrire una preghiera di ringraziamento a tutti coloro che hanno cantato il Mantra. Dopo la pratica, rimani seduto sul tuo tappetino quieto e ricettivo, in uno stato naturale di meditazione silenziosa. Esci dalla pratica con gentilezza e lentamente, cercando di mantenere la pace il più lungo possibile.
- Se puoi, evita di iniziare immediatamente un’altra attività.
La mente può aver bisogno di un immagine concreta per mantenersi concentrata durante la pratica del Mantra. Nel Bhakti yoga, lo yoga dell’amore e della devozione, il devoto si concentra sull’immagine della divinità collegata al Mantra (l’Ishta Devata). Possiamo utilizzare un’immagine che abbiamo dipinto noi stessi, prenderla da un libro oppure utilizzare la fotografia del nostro Maestro spirituale.
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Conclusioni
La pratica dei Mantra è davvero molto profonda e spero che la lettura di questo articolo ti abbia ispirato a farla.
Da poco tempo ho pubblicato un programma online di 21giorni dedicati alla meditazione con i mantra, chiamato appunto 21Mantra. Se ti interessa questo tipo di meditazione e vuoi migliorare la tua vita grazie a queste pratiche millenarie, ti invito a dare un’occhiata alla pagina informativa.
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Grazie dell’attenzione e buona pratica.
Namaste! 🙏
*Immagini tratte da Bigstock